Il vino degli Egizi
Il vino dei faraoni per gli antichi egizi era una medicina. Il Vino degli Egizi… un vino da far risvegliare le mummie. Persino il più quotato Barolo d’annata impallidirebbe di fronte al rosso più vecchio del mondo! Data, a occhio e croce, 3150 avanti Cristo.
La scoperta si deve a un team di archeologi, archeochimici per la precisione, che ha scoperto le preziose gocce nella tomba del leggendario faraone Scorpione I. Un viatico per l`aldilà? Forse qualcosa di più, a leggere quanto è stato pubblicato su Pnas, la rivista dell`Accademia nazionale delle scienze degli Usa.
La conferma è che gli antichi egizi sapevano curarsi col vino, le cui proprietà erano utilizzate nella farmacopea tradizionale. La sorpresa è che le precedenti datazioni vanno anticipate di qualche secolo: contenuto nelle suppellettili dell`arredo funebre del faraone, infatti, era custodito il frutto di una vendemmia di 5000 anni fa.
A cosa serviva il vino conservato al fresco di una piramide? Il nettare dei faraoni era lasciato in dote al morto come medicina per l`oltretomba. Gli esperti dell`Università della Pennsylvania guidati da Patrick McGovern hanno infatti appurato che all`interno del liquido erano presenti residui chimici di erbe, resine e altre sostanze naturali. I primi sciroppi contro infiammazioni e febbri si facevano, quindi, con miscele di additivi naturali e bevande alcoliche come vino e birra. La spiegazione è scientifica: i medici dell`antico egitto avevano compreso che l`alcol è in grado di rompere e disciogliere le molecole degli alcaloidi vegetali meglio dell`acqua. Intuizioni enologiche che erano già nero su bianco: in diversi papiri, in colonne di geroglifici, si tramandava l`uso di questi preparati naturali per il trattamento di diversi disturbi.
La coltivazione della vite arrivò sulle sponde del Nilo dal Giordano e già a partire dalle prime dinastie dei faraoni egizi furono utilizzati come farmaci, diventati poi base per l`uso medicinale nel mondo greco-romano. Ma il lavoro degli archeologi non è finito qui. Tramite analisi biomelocolari e prendendo spunto dalle “ricette” dei medici egizi hanno recuperato mortai, erbe da pestare e ampolle di succo di vite. Sono convinti che la farmacia delle piramidi contenga ancora molti segreti: il vino dei faraoni non farà resuscitare i morti, ma potrebbe rinfrancare lo “spirito” e il corpo dei vivi.